tag:blogger.com,1999:blog-51462338496078931442024-02-18T19:28:05.252-08:00La questione libicaabdellahttp://www.blogger.com/profile/16958164121974761980noreply@blogger.comBlogger5125tag:blogger.com,1999:blog-5146233849607893144.post-22841942175102724152016-09-30T09:52:00.000-07:002016-09-30T09:53:59.150-07:00Rapporti di Amnesty International ‘Libia’: Bengasi, civili intrappolati in condizioni disperate mentre i combattimenti s'intensificano<div dir="rtl" style="text-align: right;" trbidi="on">
<div dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="color: red;"><u><b>The Amnesty International Report about Libya:</b></u></span></div>
<div dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="color: red;"><u><b><br /></b></u></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWsd5qSlxj0B5fr7C-l_t49t1epQJjM6UJSykbgoP31Yea3TUBmHozsh18bxpNikR7PV4Y3B1VrDTe6ZwvvNpxAEO_jlfqgV3Mu5-XhDKi2veP7wa2HCo5cfSqNfG67X-RPJ9z8EiP6a4/s1600/f19e7dd0-e77c-4156-8165-8b208db95949.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWsd5qSlxj0B5fr7C-l_t49t1epQJjM6UJSykbgoP31Yea3TUBmHozsh18bxpNikR7PV4Y3B1VrDTe6ZwvvNpxAEO_jlfqgV3Mu5-XhDKi2veP7wa2HCo5cfSqNfG67X-RPJ9z8EiP6a4/s1600/f19e7dd0-e77c-4156-8165-8b208db95949.jpg" /></a></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: orange;"><span style="color: red;"><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;"> </span><span style="font-size: 14pt;">CS161
- 30 settembre 2016</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: orange;"><span style="color: red;"><span style="font-size: 14pt;"><br /></span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Amnesty
International ha dato l'allarme sulla situazione di centinaia di residenti del
quartiere di Ganfouda, a Bengasi, che dopo diversi mesi di blocco militare si
trovano ora in mezzo a combattimenti sempre più intensi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">L'organizzazione
per i diritti umani ha raccolto testimonianze tra le 130 famiglie libiche e le
centinaia di stranieri che sono intrappolate da mesi a Ganfouda, nella zona
sud-occidentale di Bengasi. Tutte le strade d'accesso sono bloccate dalle forze
dell'Esercito nazionale libico o dai combattimenti mentre le forniture di cibo,
acqua ed energia elettrica sono interrotte.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">"Gli
abitanti di Ganfouda rischiano di morire intrappolati nei combattimenti:
sopravvivono nutrendosi di cibo guasto e acqua sporca mentre le bombe
continuano a cadere incessantemente. Per gli ammalati e i feriti si stanno esaurendo
anche le scorte di medicinali già scaduti" - ha denunciato Magdalena
Mughrabi, vicedirettrice del programma Medio Oriente e Africa del Nord di
Amnesty International.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">"Con
l'intensificarsi degli attacchi aerei e i combattimenti sempre più vicini, molti
abitanti di Ganfouda hanno troppa paura di lasciare le loro case. Sollecitiamo
tutte le parti in conflitto a rispettare il diritto internazionale umanitario e
a consentire l'ingresso senza restrizioni dei soccorsi umanitari. Coloro che
vogliono lasciare la zona devono essere protetti dagli attacchi basati sulla
loro provenienza o sulla presunta affiliazione politica" - ha dichiarato
Mughrabi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Intorno alla
metà del 2014, l'ex generale Khalifa Haftar ha lanciato l'offensiva militare
"Operazione dignità" contro le milizie e i gruppi armati islamisti di
Bengasi, che in seguito hanno formato una coalizione denominata Consiglio della
shura dei rivoluzionari di Bengasi (Csrb). <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Durante i
combattimenti, entrambe le parti hanno commesso gravi violazioni del diritto
internazionale umanitario, in alcuni casi equivalenti a crimini di guerra.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">A distanza
di due anni, l'Esercito nazionale libico sotto il comando di Haftar continua a
colpire dall'alto le zone di Bengasi sotto il controllo del Csrb, soprattutto
Ganfouda, mettendo in pericolo la vita dei civili. Le forze di Haftar hanno
anche limitato l'entrata e l'uscita dal quartiere, lasciando molte persone
esposte agli attacchi aerei.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Mohamed, un
residente di Ganfouda, ha detto ad Amnesty International che nell'ultima
settimana gli attacchi aerei e i colpi di artiglieria sono aumentati di intensità
e di vicinanza e ha denunciato l'assoluta necessità di aiuti umanitari,
specialmente per i bambini:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">"I
bambini sono pelle e ossa, il cibo scarseggia e quello che c'è è inadeguato. Se
solo potessero fargli arrivare un po' di cibo o portarli via da qui, in cambio
accetterei di restare qui per il resto della mia vita".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Mohamed ha
poi raccontato che le scorte di olio, riso e farina sono terminate e che la
mancanza di combustibile per cucinare costringe a cuocere i cibi in una
carriola riempita di carbone. Ha un problema ai reni ma le medicine sono
finite.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Nonostante
questa situazione, Mohamed ha preso con sé otto famiglie in fuga dai
combattimenti: così nella sua abitazione ci sono attualmente circa 45 persone,
tra cui 23 bambini.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">"Tra
noi non ci sono combattenti, siamo dei comuni cittadini. È come stare in
prigione" - ha sottolineato, aggiungendo che i bombardamenti sono
sistematici e indiscriminati e che l'interruzione della corrente elettrica,
ormai da due anni, costringe le persone a rimanere strette e immobili durante
la notte.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">"Non
vogliamo nient'altro che un modo sicuro per andare via. Ho due figli di tre
anni e mezzo e due anni. Non c'è latte né cibo per loro. Devo riempire delle
bottiglie d'acqua e fargli credere che sia latte" - ha dichiarato "Waleed"
(il nome è stato cambiato per proteggere la sua identità).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">A rendere la
vita così tremendamente difficile non è solo la mancanza di beni fondamentali
ma anche la costante paura delle bombe e dei colpi d'artiglieria. Tarik Gaoda,
un altro residente di Ganfouda con cui Amnesty International era in contatto, è
stato ucciso il 1° luglio insieme al padre ottantenne durante un bombardamento.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">"Gli
aerei pattugliano il cielo e la gente ha paura persino di uscire di casa perché
quelli, non appena vedono movimenti, colpiscono. </span><span lang="EN-US" style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: EN-US;">Pochi mesi fa
hanno colpito persino una moschea" - ha raccontato "Hassan".<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">"I
bombardamenti sono costanti, non usciamo di casa per niente" - è la
testimonianza di "Khadija", quatto figli di cui l'ultimo partorito in
casa 10 mesi fa. Non ha latte in polvere né medicine e la mancanza di acqua
potabile è un altro grave problema.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">"Ognuna
delle parti in conflitto deve prendere tutte le misure possibili per proteggere
le vite dei civili intrappolati nei combattimenti a Ganfouda e in altre parti
della Libia, nel rispetto degli obblighi del diritto internazionale
umanitario" - ha sottolineato Mughrabi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">"Gli
attacchi indiscriminati o sproporzionati sono vietati dal diritto
internazionale e chi prende parte al conflitto deve fare il massimo sforzo per
distinguere tra obiettivi militari e civili od obiettivi civili, come le case e
gli edifici. Armi esplosive imprecise come l'artiglieria non dovrebbero mai
essere impiegate nelle vicinanze di aree ad alta densità abitativa" - ha
aggiunto Mughrabi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Tra le
persone intrappolate a Bengasi figurano anche circa 130 detenuti, rapiti dal
gruppo armato Ansar al-Sharia nel 2014 e per la sorte dei quali più volte
Amnesty International ha espresso preoccupazione. Secondo notizie di stampa che
non è stato possibile sottoporre a verifica indipendente, una ventina di essi
sarebbe rimasta uccisa dagli attacchi aerei.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Centinaia di
cittadini stranieri - tra cui molti lavoratori migranti originari del Sudan,
del Ciad e del Bangladesh - sono tra i civili bloccati a Ganfouda. </span><span lang="EN-US" style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: EN-US;">Secondo
fonti di stampa almeno cinque sudanesi sarebbero rimasti uccisi ad agosto in un
attacco aereo. I residenti di Ganfouda interpellati da Amnesty International
hanno detto che nei recenti attacchi aerei sono stati uccisi degli stranieri.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">"Viviamo
come animali" - ha denunciato "Samir", un ex agente della
polizia giudiziaria che vive a Ganfouda con la moglie, tre figli e una
figlioletta di un anno. Dopo aver accolto tre famiglie scampate al conflitto,
nell'abitazione vivono attualmente 24 persone, tra cui 14 bambini.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">"La
nostra abitazione è stata colpita e danneggiata da tre colpi di artiglieria:
uno è entrato in camera da letto, un altro ha centrato le scale e il terzo, che
per fortuna non è esploso, la cucina" - ha raccontato "Samir",
aggiungendo che negli attacchi aerei di agosto sono morte persone di sei
famiglie, due delle quali provenienti dal Ciad.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">La mancanza
di linea telefonica in buona parte di Ganfouda rende difficili i contatti col
mondo esterno, col risultato che chi cerca di contattare i parenti non sa se
siano ancora in vita.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">I civili
hanno anche il terrore di subire attacchi basati sulla loro presunta
affiliazione al Csrb, dopo che un leader tribale che collabora all'Operazione
dignità ha affermato, alla fine di agosto, che a chiunque abbia più di 14 anni
non dovrà essere consentito di uscire vivo dal quartiere.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div dir="ltr" style="text-align: left;">
</div>
<div class="MsoNormal" dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">"Tutte
le parti in conflitto dovrebbero facilitare l'ingresso degli aiuti e garantire
un percorso di uscita sicuro a chi vuole lasciare la zona. I civili non
dovrebbero mai essere usati come scudi umani e coloro che vogliono abbandonare
Ganfouda dovrebbero essere protetti dagli arresti arbitrari, dalla tortura e da
ulteriori violazioni dei diritti umani" - ha concluso Mughrabi.</span></div>
</div>
abdellahttp://www.blogger.com/profile/16958164121974761980noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5146233849607893144.post-3894007997398309292016-09-30T04:56:00.001-07:002016-09-30T04:56:16.170-07:00Una sala operativa italo-libica contro terroristi e trafficanti<div dir="rtl" style="text-align: right;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBB0_6QotYhj-7dJCmFM5qj9emV7t1G3b4teWGCKlWfRVD92b1NkAHRMKk8vLFJrDRoJnG-x8Pg3iuEvU5W5-ukwF87FMMlwDoTkJD5ahpQEmWXZjvB_VQIhqSMvuSKcZHTomL-K-q2sA/s1600/e7e613fa1c9ba284d6a564369eba52a9-kd0C-Ujn0AQh4SPmLA1B-1024x576%2540LaStampa.it.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBB0_6QotYhj-7dJCmFM5qj9emV7t1G3b4teWGCKlWfRVD92b1NkAHRMKk8vLFJrDRoJnG-x8Pg3iuEvU5W5-ukwF87FMMlwDoTkJD5ahpQEmWXZjvB_VQIhqSMvuSKcZHTomL-K-q2sA/s400/e7e613fa1c9ba284d6a564369eba52a9-kd0C-Ujn0AQh4SPmLA1B-1024x576%2540LaStampa.it.jpg" width="400" /></a></div>
<div dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Con base a Tripoli avrà il compito di monitorare le coste e sigillare i confini.</span></div>
<div dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Monitoraggio delle coste e dei confini meridionali della Libia grazie all’uso di droni e alla formazione di squadre speciali di guardie di frontiera. Sono questi gli obiettivi principali della sala operativa italo-libica, che si è appena attivata a Tripoli. </span></div>
<div dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">L’obiettivo è quello di arginare l’emergenza immigrati, ma anche il terrorismo islamico. Perché se è vero che sulle carrette del mare di profughi non si nascondono - tranne casi eccezionali - pericolosi tagliagole, è altrettanto assodato che i soldati del Califfo siglano redditizi affari con la criminalità. Traffico di esseri umani e infiltrazioni terroristiche saranno dunque oggetto di verifiche, valutazioni e strategie operative. Tutte, ovviamente, ancora da concordare e da definire nei dettagli. </span></div>
<div dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Sarà proprio la centrale operativa congiunta - la prima nel suo genere e frutto di un patto siglato tra il nostro governo e quello di accordo nazionale libico - a stabilire e applicare tutte le tecnologie e le metodologie necessarie a contrastare il fenomeno dell’immigrazione clandestina, a fronte del recente aumento del flusso dei migranti verso l’Europa, l’Italia in particolare. </span></div>
<div dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Il 90 per cento dei migranti che sbarca in Italia arriva dalla Libia, dove si raccolgono migliaia di persone provenienti dall’Africa: la sala operativa ha il compito di «sigillare» le frontiere di Stati come il Niger, il Mali, il Ciad, per contenere i flussi migratori. </span></div>
<div dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Per collaborare con il personale di Tripoli sono partiti dall’Italia, esperti dell’intelligence, del Dipartimento della pubblica sicurezza e del ministero della Difesa. Il nostro team risponderà direttamente al governo: il premier Matteo Renzi ha tra le sue priorità sia il problema dei migranti sia l’allarme terroristico. All’attenzione dei servizi di sicurezza ci sono gli affari tra i trafficanti di esseri umani e i miliziani dell’Isis o di Al Qaeda del Maghreb (forte nel Sud della Libia). </span></div>
<div dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Altre preziose fonti di guadagno e di sostentamento dei terroristi, poi, sono il contrabbando di petrolio e il traffico di beni archeologici. Due fenomeni che - grazie anche all’arretramento dell’Isis che ha perso circa il 25 per cento del terreno - sono fortunatamente in una fase di ridimensionamento. Gli analisti stimano infatti che i terroristi islamici abbiano subìto un calo tra il 40 e il 50 per cento dell’approvvigionamento di risorse petrolifere e archeologiche. </span></div>
<div dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">La situazione nel Sud della Libia è quanto mai complessa e articolata. Le formazioni armate attive nella zona sono molteplici. Ci sono i guerriglieri di Al Qaeda nel Maghreb Islamico e del gruppo Katibat al Mourabitoun, creato dal noto terrorista algerino Mokhtar Belmokhtar. Mentre a Est di Ghat, nell’area di Ubari, sono attivi i gruppi armati del popolo Tebu. Nella zona, infine, ci sono anche le milizie dei nomadi Tuareg. </span></div>
<div dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Grazie alla sala operativa italo-libica si indagherà maggiormente sul legame tra i violenti e cinici trafficanti di uomini e i terroristi. Tra le due entità esiste infatti un meccanismo che l’intelligence paragona a quello dei vasi comunicanti. E puntando i riflettori sui flussi migratori potrebbero arrivare ottimi spunti di indagine contro il terrorismo e la radicalizzazione di estremisti islamici. </span></div>
<div dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div dir="ltr" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Per questo si sta valutando il ricorso ai mezzi aerei a pilotaggio remoto, più conosciuti come droni, caratterizzati dall’assenza di un equipaggio a bordo e l’addestramento di guardie di frontiera. </span></div>
</div>
abdellahttp://www.blogger.com/profile/16958164121974761980noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5146233849607893144.post-77033183391940615282016-09-29T05:46:00.000-07:002016-09-29T05:47:07.005-07:00La prima forza militare italiano lancia la sua opera a Misurata<div dir="rtl" style="text-align: right;" trbidi="on">
<div dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2SpBgxWgiKA5AAWx7dOlXhlR3o6s_1UBx6qNQOtP65qFC_-VmoXkCQw-nRieo7Sv1DB9HSudWoyA0eFTX9Ox1ZHRecXMA7DEnyCCUw7vuM1rF-JLL3vm0v6DsAyaLCOK4ixpySpCPtqU/s1600/images-162645.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="237" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2SpBgxWgiKA5AAWx7dOlXhlR3o6s_1UBx6qNQOtP65qFC_-VmoXkCQw-nRieo7Sv1DB9HSudWoyA0eFTX9Ox1ZHRecXMA7DEnyCCUw7vuM1rF-JLL3vm0v6DsAyaLCOK4ixpySpCPtqU/s400/images-162645.jpg" width="400" /></a></div>
<div dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div dir="ltr" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div dir="ltr" style="text-align: justify;">
Il Cairo - il cancello centrale</div>
<div dir="ltr" style="text-align: justify;">
fonti italiane hanno rivelato che gli elementi della forza militare per partecipare al processo di «Ippocrate» raggiunto Misurata la scorsa settimana, e ha già iniziato nell'esercizio delle sue funzioni.</div>
<div dir="ltr" style="text-align: justify;">
Giornale «Il Redattore» ha riferito che i soldati italiani sono arrivati a bordo del «San Marco» nave Mercoledì 21 settembre °, indicando che ha avuto origine in «a La Spezia» di base per l'isola di Sicilia, dove hanno portato con sé altri soldati sono stati li aspetta.</div>
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soldati italiani avranno l'ospedale da campo, che l'Italia ha annunciato che Schidh aiuto ai pazienti libici nella città di Misurata, notando che il ministro della Difesa italiano, Roberta Pinotti, ha già annunciato che questo compito prevede la partecipazione di 100 soldati paracadutisti compongono il «forza di protezione» e si alternano in tre turni al giorno per garantire la sicurezza della protezione del personale ospedaliero.</div>
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Il team dotato medici ospedalieri 65 e operatori sanitari, oltre a 135 persone per il supporto logistico.</div>
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giornale italiano detto che il campo ospedaliero No. 1, costituita dalla Air Force con una capacità di 12 letti, verrà smantellato con il completamento dell'ospedale (2), che ospita 50 casi, indicando che la presenza del vettore aereo «C27J», che ha sede in aeroporto a base di Misurata, permetterà il trasferimento di casi critici in altri ospedali.</div>
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abdellahttp://www.blogger.com/profile/16958164121974761980noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5146233849607893144.post-57047975257279116832016-09-29T05:29:00.000-07:002016-09-29T05:33:05.315-07:00Mahmoud Jibril el-Warfally<div dir="rtl" style="text-align: right;" trbidi="on">
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Mahmoud Jibril el-Warfally, (nato 28 maggio 1952) è un politico libico che ha servito come primo ministro ad interim della Libia per sette mesi e mezzo durante la Guerra civile libica, che presiede il comitato esecutivo del Consiglio nazionale di transizione dal 5 marzo al 23 ottobre 2011. [5] [6] E 'anche stato il capo degli affari internazionali. [7] A partire da luglio 2012, Jibril è il capo di una delle più grandi partiti politici in Libia, nazionale le forze dell'Alleanza. [8]</div>
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Verso la fine del conflitto, Jibril è stato sempre indicato da governi stranieri e nella media come il primo ministro ad interim della Libia, piuttosto che come il presidente del Consiglio di amministrazione, il titolo usato per descrivere lui sul sito web del Cnt, ma non era chiaro se questo è stato un titolo ufficiale o semplicemente denominato sua posizione di capo del Consiglio provvisorio di governo. [9] Il governo di Jibril è stato riconosciuto come "unico rappresentante legittimo" della Libia da parte della maggioranza dei membri delle Nazioni Unite, tra cui Francia, Turchia, Regno Unito, Stati Uniti, Iran e Qatar.</div>
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abdellahttp://www.blogger.com/profile/16958164121974761980noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5146233849607893144.post-26817242714619101612016-09-29T05:16:00.001-07:002016-09-29T05:36:38.078-07:00Un termine settimana per gli usurpatori di proprietà private e pubbliche<div dir="rtl" style="text-align: right;" trbidi="on">
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Feldmaresciallo Khalifa Belqasim Haftar (Internet)</div>
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Il comandante in capo dell'esercito libico, feldmaresciallo Khalifa Belqasim Haftar, ha dato una scadenza sola settimana che non è estensibile a coloro che sono violentando proprietà privata o pubblica, per avanti alla stazione di polizia più vicina a consegnare i beni che possiedono al di fuori del campo di applicazione della legge e di fornire tutte le informazioni relative alla prima di ottobre.</div>
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Il feldmaresciallo Khalifa Belqasim Haftar ha messo in guardia coloro che hanno commesso un assalto e l'acquisto di beni di individui o lo Stato che le forze armate e le autorità di sicurezza non esiteranno a usare la loro autorità e il potere di rimuoverlo e restituirlo ai suoi proprietari e di prendere severi misure per punire gli aggressori.</div>
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Marshal Khalifa Belqasim Haftar emesso un ordine di tutte le truppe e le unità di supporto e di sicurezza, che ha confermato il ritmo delle sanzioni legali severe massima contro gli autori di questi attacchi per rassicurare i cittadini sul fatto che la proprietà è protetta dalle autorità competenti dello Stato.</div>
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